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L'originale si trova qui. Mi riferisco specificamente al digiuno, definito genericamente la pratica di astenersi dal cibo in periodi particolari che vanno dalle 12 ore alle varie settimane. I benefici di questa pratica sono profondi, e si tratta probabilmente della metodica dietetica singola di maggior impatto che ho adottato negli ultimi 5 anni.
Il digiuno aumenta i livelli circolatori di diversi fattori neurotrofici, biomolecole che supportano la crescita, la sopravvivenza e la differenziazione dei neuroni.
In realtà la composizione corporea è largamente una funzione del nostro stato ormonale. Entrambi portano a un migliore assorbimento dei nutrienti e una migliore qualità del movimento intestinale.
In generale, la resilienza del sistema cardiovascolare allo stress è aumentata dal digiuno. Perché non viene utilizzato di più in oncologia?
A un certo punto tutti noi abbiamo dovuto affrontare degli ostacoli relativi ai nostri obiettivi di fitness e, fortunatamente, ci sono alcune cose che ci possono aiutare a superarli.
Gli studi che hanno osservato gli autofagosomi nelle cellule cerebrali hanno fatto scoperte analoghe. Il digiuno richiede un elemento di padronanza di se stessi.
Questo non è salutare. Il digiuno, inoltre, richiede che ci sia presentato il disagio iniziale di non abbuffarci ogni volta che ne abbiamo voglia.
Questo è il rovesciamento della tipica struttura di potere nelle relazioni corpo-cervello. Ci mette nella posizione di prendere consciamente la decisione di mangiare o non mangiare, invece di dare al nostro stomaco cioè, agli ormoni la possibilità concreta di prendere questa decisione per noi.
Quasi tutti noi beneficeremmo enormemente se ridefinissimo consapevolmente il nostro rapporto con il cibo, e il digiuno è una opportunità forte di compiere questa ridefinizione.